Editoriale.
L’anoressia e’ una malattia che oggi non conosce il tempo e le differenze sociali. È trasversale e democratica, proprio come la droga. E come la droga e le dipendenze trova un punto di innesco cruciale nell’età adolescenziale. Secondo lo psicanalista di fama internazionale Massimo Recalcati, scrittore del testo “L’ultima cena”, l’anoressia, come la bulimia, non sono disturbi alimentari (non si curano cioè ristabilendo una corretta e sana alimentazione) sono bensì malattie della relazione, malattie dell’amore e dunque in quanto tali ne soffrono per lo più le donne, perché le donne “vivono l’amore con un’intensità sconosciuta agli uomini. Gli uomini sono più legati all’avere, all’oggetto, e quindi al possesso dell’oggetto da cui il femminicidio”. Per Recalcati in genere i bambini che soffrono di anoressia hanno subito una ferita d’amore, nutrono un dubbio sull’amore. In moltissimi casi il dubbio è sull’amore dei propri genitori, ma ci sono anche casi in cui la patologia trae origine dal fallimento di un primo approccio sentimentale in età adolescenziale, come i casi in cui il rifiuto del proprio corpo nasce da situazioni di abuso o maltrattamento. Tutto comunque riconducibile ad un amore negato. La risposta a questa ferita d’amore è fare con il proprio corpo una barriera per schermarsi dall’incontro con l’altro che si è incapaci di gestire, di governare come invece si è capaci di governare il proprio corpo assetandolo di nutrimento. Il caso di Lorenzo Seminatore è in questo contesto generale piuttosto raro, ma non isolato. L’anoressia inizia a colpire anche il genere maschile e anche gli adulti. Nel caso di Lorenzo non si sa a cosa sia attribuibile la sua patologia e oggi, che siamo qui a piangerne la scomparsa, non avrebbe senso neppure chiederselo. Ma come sempre è occasione di riflessione. Perché c’è tanto che si può fare per casi come questo e certamente il grido disperato della sua famiglia, che si è sentita abbandonata da una Sanità che ha mirato forse solo ad un rafforzamento fisico piuttosto che psicologico del ragazzo. Invece in casi come questo lo Stato dovrebbe favorire programmi di cura specifici ed altamente qualificati e non lasciare indietro nessuno. Cosa possiamo fare come genitori? Monitorare gli stati d’animo dei nostri figli, non sottovalutane le sofferenze anche se ci appaiono “banali” (per loro evidentemente non lo sono affatto), gli atteggiamenti anomali, informarsi ed affidarsi a professionisti seri e farlo per tempo. Purtroppo non tutti possono permetterselo e questa è una grave ingiustizia sociale che va colmata.
Ciao Lorenzo ora sarai leggero come voleva la tua testa, libero dal tuo corpo e soprattutto dagli altri. L’anoressia uccide.
#lorenzoseminatore
